L’incisione su una pietra trovata all’entrata di una grotta nel sito di Les Eyzies de Tayac in Francia, rappresenta il “grado zero” dei guardiani della soglia incontrati nel mio lungo soffermarmi sui luoghi del passaggio: è forse l’esemplare più antico di immagine antropomorfa - accompagnata da un elemento simbolico - posta vicino ad un varco. La figura, femminile, chiamata dai suoi ritrovatori “Venere di Laussel” ha infatti una età davvero venerabile: risale al paleolitico -12.000 anni avanti Cristo. La “signora” tiene nella mano destra un corno di bisonte inciso con tacche, una probabile rappresentazione della luna crescente e rivolge il capo in alto forse verso la luna, come a voler controllare la coincidenza tra i segni incisi sul corno, le fasi lunari, e quelle del ciclo femminile, alludendo, con la mano sinistra sul ventre, ad una possibile gravidanza, che giustificherebbe l’enfasi data alla figura dall’uso dell’ocra rossa di cui è ricoperta. La simbologia del corno è tradizionalmente legata alla fertilità e al buon auspicio, ma in questo caso la volontà di rappresentazione va oltre il semplice intento propiziatorio ed invita ad una riflessione più profonda ed articolata. Se le 30 tacche fossero una sorta di calendario lunare la Venere di Laussel avrebbe una funzione strumentale specifica: posta all’ingresso della grotta potrebbe indicare un luogo di isolamento per donne in condizione di “tabù” nei confronti della loro comunità: puerpere, incinte, o durante il ciclo mensile, secondo l’uso rituale, non solo antico ed esotico, ma presente anche in tempi e luoghi più vicini di quanto si possa immaginare, di confinare in un periodo/spazio di margine, donne e neonati, nella loro temporanea condizione di diversità/pericolosità fisiologico-sociale.
Bibliografia:
AAVV, L’Art des cavernes. Atlas des grottes ornees paleolitithiques francaises (Atlas archelogique de la France) Paris, 1984
A. Leroi-Gourhan, Dizionario di Preistoria II, To 1992
A. Van Gennep, I riti di passaggio, Universale Bollati Boringhieri, 2005
Etichette: antropologia, arte, cultura popolare, guardiani, mitologia, passaggi, preistoria, soglie
1 Comments:
Post splendido per la sua 'concinnitas'.
Ho visto la Venere al Musée d'Aquitaine di Burdigala/Bordeaux l'anno passato.
Se all'epoca esisteva già separazione rituale complessa dovuta a tabù, allora esistevano già Mannerbünde, congregazioni a base iniziatica di uomini/guerrieri, giacchè è il profondo mistero dell'intuizione divina degi primordi che lega i due poli del femminino e del mascolino.
Quindi una società già suddivisa e gerarchizzata pesantemente (sciamani, cacciatori, tabù+calendario 'mistico'+mistica compartecipazione tra elementi simbologici carichi di reale, cioè di "sacro", bisonte=luna=donna).
L'analogia compartecipativa permise già allora di comprendere che il ciclo della Luna (che s'occulta e sparisce per tre giorni per poi resuscitare), la forma delle corna dell'uro (che nello stendardo della Moldavia tiene nel palco i simboli opposti del Sole e della Luna, cacciato ab origine medievale dal principe Dragoș - l'uro si estinse verso il XVII secolo tra Ucraina e Moldavia - Eliade, Mircea, "Da Zalmoxis a Genghis Khan", Roma, Ubaldini) per simmetria con la falce lunare, la donna per il nesso con il ciclo vita - morte/grembo che accoglie, ciclo come riaffermazione simpatetica con le acque, la luna e la fertilità, etc...
Indicherebbe già la condizione tabù del ciclo mestruale e il conseguente occultamento? Qui il nesso corpo-religione è assolutamente imprescindibile (cfr. Adriana Destro ne ha scritto seppur già messo in evidenza).
a) Il ruolo degli sciamani (operatori del sacro, dei "signa" duméziliani in rapporto con la comunità sociale - Weber) ? cfr. Lascaux! E' possibile ipotizzare lo sciamanesimo come 1a forma assoluta che ha tentativamente organizzato il sapere religioso? Convaliderebbe la (cripto)tesi tra le righe dl 1o volume della "Storia delle credenze e delle idee religiose" di Mircea Eliade.
b) A quanto rimonterebbe allora la vera "preistoria" del pensiero 'umano', antecedente alla separazione rituale tra sacro e profano cailloisiano/eliadiano(domanda da 1.000.000 di euro)? C'è mai stata una separazione sacro/profano nell'illud tempus o è connaturata all'essere...?Se l'identificazione iniziale "simbologia=religioso simmeliano=cultura" è vera in illo tempore, il pensiero religioso (NB! Non la religione "tout court") è una delle basi del pensiero 'tutto', a rimarcare Jung (tra gli altri). A forza di andare indietro si rasenterebbero altri rami della speciazione degli ominidi, cosa che non mi sorprenderebbe.
Minerebbe anche la tesi del Minois ["Storia dell'ateismo", Roma, Editori Riuniti, 2001] della eterna compresenza del pensiero ateo e religioso già dai primordi dell'umanità (sto semplificando al max). Credo ad una cultura sorta per tramite del "religioso" (NON religione) come chiave interpretativa del "reale", del "naturale".
c)"Le credenze e le idee non sono suscettibili di fossilizzazione. Alcuni studiosi hanno quindi preferito non dire nulla sulle idee e sulle credenze dei 'paleantropi', anzichè ricostruirle con l'aiuto di confronti con le civiltà dei cacciatori. Lasciare in bianco una parte enorme della storia dello spirito umano rischia di incoraggiare l'idea che, durante tutto quel periodo, l'attività dello spirito si limitasse alla conservazione e alla trasmissione della tecnologia. Un'opinione del genere non è solo sbagliata, ma nefasta per la conoscenza dell'uomo. L'homo faber era anche homo ludens, sapiens e religiosus. Siccome non è possibile ricostruire le sue credebze e pratiche religiose, bisogna per lo meno indicare alcune analogie tali da far luce indirettamente su di esse".
Mircea Eliade, op. cit., Milano, ed. BUR, p. 19.
Facciamoci avanti, dunque!
Leonardo
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