Le quattro porte
Così abbatterono le quattro porte:
la prima fu la porta antica quella
rivolta a sud che si chiudeva ombrosa
sull'arsura di luglio.
Poi demolirono, insieme con le mura,
la scolorita porta orientale che
ogni giorno aveva roso i cardini
per far entrare l'alba.
La porta occidentale che accostava
i suoi battenti al cielo fu devastata
dalle sentinelle che si erano stancate
di vegliare.
E la porta del nord, barriera alle correnti
che spossavano chiunque osasse fermarsi
a un crocevia, crollò da sola. Allora
i venti irruppero nella città indifesa.
Si spensero le lampade presso le lapidi e le piogge
battenti sopra i contrafforti, cancellarono
rapide
anche il nome dei morti.
Bruna Dell’Agnese da STANZA OCCIDENTALE (Parma, 1985 ed. La Pilotta)
Bruna Dell'Agnese è originaria di Borgomanero, vive a Milano e trascorre lunghi periodi sul lago d'Orta. Ha iniziato a pubblicare tardi, nel 1980, sulla rivista "Nuovi Argomenti" diretta allora da Alberto Moravia, Enzo Siciliano e Attilio Bertolucci. Era stato proprio l'incontro con quest'ultimo, avvenuto nel piccolo villaggio marino di Tellaro, presso Lerici, a convincerla a farlo. Fino allora infatti si era sempre considerata estranea alle correnti dominanti nella poesia italiana. Benché le sue tematiche "la razionalizzazione, lirica, della condizione esistenziale e la tentazione di cogliere il reale nel suo fluire contradditorio", come scrisse Bertolucci presentando il suo primo libro Stanza Occidentale, fossero quelle del suo tempo, la sua lingua, lontana da ogni oscurità, "assolutamente cristallina", come rilevava lo stesso Bertolucci nella medesima presentazione, la collocavano in un posto tutto suo, "lontana da ogni scuola" come vide Vittorio Sereni. Passati i tumultuosi anni delle avanguardie, la calma voce di Bruna Dell'Agnese poteva trovare ascolto. Accolta e apprezzata da critici e scrittori, (Lalla Romano, Paola Capriolo, Giacinto Spagnoletti, Pietro Citati, Charles Tomlinson e molti altri), amata e seguita dal suo pubblico, ora Bruna Dell'Agnese ha trovato la sua giusta collocazione nel panorama della poesia contemporanea italiana.
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