A Roma due divinità avevano il loro luogo di culto ai lati di una porta:
Ianus Curiatius e
Iuno Sororia. Si tratta di due divinità legate agli inizi e ai passaggi. Ianus Curiatius, il dio che apre l’ingresso alle curie, e riammette nella cittadinanza i guerrieri di ritorno dalle imprese belliche, e Iuno Sororia, divinità femminile legata a culti di passaggio puberale, il cui abbinamento amplia il significato della porta come luogo di culti legati non solo a riti di purificazione, ma anche alle iniziazioni maschili e femminili: i loro altari si trovavano ai lati del Tigillum, una sorta di portale isolato costituito da una trave di legno disposta su due sostegni. La forma del portale isolato, che è ancora oggi in uso in alcune tribù africane, trova le sue origini nel portale isolato diffuso in estremo oriente che, diventato monumento indipendente, aveva valenza di strumento cerimoniale di per sé. I
torii, cioè i portali isolati diffusi nell’estremo oriente trovano la loro giustificazione nel fatto che nella fede shintoista i
kami, le divinità, sono "onnipresenti" e avendo la facoltà di essere dove vogliono quando vogliono, non possono essere confinati in uno spazio sacro ben definito.
La localizzazione del Tigillo Sororio, che per un raro e fortunato caso è stato possibile collocare nella zona dei Fori Imperiali
in corrispondenza dell’inizio della stradina moderna in salita (Clivo di Acilio) simmetrica, sull’altro lato di Via dei Fori Imperiali al Clivo di Venere Felice, in corrispondenza del murus terreus, e che potrebbe essere la porta che si apriva all’estremità nord orientale della Roma che si estendeva dal Palatino alle Carine, si è rivelata di straordinaria importanza proprio per la sua posizione all’estremità orientale della Sacra Via. E’ stato proposto di vedere nel Tigillo Sororio una memoria degli antichi Iuga che, non necessariamente connessi a sistemi difensivi, rappresentavano ritualmente gli accessi ai più antichi comprensori abitati della fase protourbana di Roma. In questa interpretazione trovano una significativa collocazione i due aspetti di Giano, venerato come Curiazio, accompagnato da Iuno Sororia, al limite orientale e come Quirino, insieme a Cloacina, presso quello occidentale di quella che, solo in seguito diventerà la Sacra Via, ma che già all’epoca del Trimontium indica la piena coscienza del limite dell’abitato e la sua connotazione come spazio sacro destinato a culti liminali. Il racconto mitico e gli aspetti religiosi e istituzionali legati a questo monumento testimoniano la complessità delle funzioni che rivestiva. Il racconto etiologico lo mette in relazione al luogo dell’uccisione della sorella da parte dell’Orazio vittorioso al suo rientro in città, mito che spiega la cerimonia di purificazione dei guerrieri che lì si svolgeva : il dies natalis del tigillum corrisponde al 1° di ottobre, quando al termine della stagione bellica, ci si liberava dalle impurità accumulate in guerra per venire riammessi nel corpo civico a pieno diritto. Il tigillum oltre ad ospitare il rito del passaggio dall’età puberale a quella matura e quindi l’ingresso nell’età adulta e nel corpo civico, rappresentava anche una sorta di arco trionfale passando sotto al quale, al rientro dalla guerra, si ottenevano la purificazione e il reintegro tra i cives: riti di separazione e aggregazione che evidenziano, ancora una volta, che i luoghi del passaggio materiale sono costantemente pregni di significati simbolici e che talvolta le forme architettonico-monumentali rappresentino la materializzazione dell’ elemento magico –rituale.