Oltre la soglia. Smarrimento e conquista.

Culture appartenenti a spazi ed epoche diverse hanno ovunque e da sempre cercato di materializzare l’evento più temuto in cui incorre chi oltrepassi i confini senza le opportune precauzioni: incontrare l’ambiguità, essere in balia delle “presenze” di un luogo sconosciuto, sentire la tensione bipolare tra procedere e fermarsi, avere paura di andare alla deriva senza i punti di riferimento della consuetudine, del conosciuto. Perdersi.
Eppure proprio questo “perdersi” è conditio sine qua non per penetrare lo spazio, conoscerlo, per orientarsi in esso, per scoprire nuovi territori, conquistarli, colonizzare, fondare nuovi insediamenti. Trovarsi faccia a faccia con lo spazio esterno, neutralizzare la sua alterità, superare tutte le prove per riuscire ad addomesticarlo, a renderlo abitabile e propizio.
Dall’esperienza acquisita “oltre la soglia” ha origine la regalità primitiva: dalle bande di giovani coetanei la cui iniziazione consisteva proprio nell’allontanamento dai confini del proprio villaggio, nel “perdersi” in un mondo selvatico in cui si è costretti a sviluppare le capacità di ambientarsi, orientarsi, spostarsi, di prevalere su altri, divenendo predatori e razziatori. Come i re aborigeni del Lazio, come i nemorensi capi federali dei latini, come Saturno, fondatore di una mitica comunità sul Mons Saturnius (il Capitolium!), che come esule, latitante e straniero possiede tutte le caratteristiche del fondatore: arrivato esule nel Lazio, scacciato dal proprio regno è costretto a nascondersi. (E il Lazio dovrebbe il suo nome proprio al questo suo latere…) I primi re sembrano essere stati capi pastore allontanatisi dai loro territori alla ricerca di nuovi pascoli per le proprie tribù: è dalla necessarietà di questi spostamenti che trae origine la pratica del ver sacrum, prima, e poi delle iniziazioni giovanili, come quella descritta nella saga di Romolo e Remo.Eppure proprio questo “perdersi” è conditio sine qua non per penetrare lo spazio, conoscerlo, per orientarsi in esso, per scoprire nuovi territori, conquistarli, colonizzare, fondare nuovi insediamenti. Trovarsi faccia a faccia con lo spazio esterno, neutralizzare la sua alterità, superare tutte le prove per riuscire ad addomesticarlo, a renderlo abitabile e propizio.
L’emergere di un leader, a cui sono fedelissimi soprattutto i giovani provenienti da altri villaggi, un organizzatore, di alto lignaggio, un predestinato aspirante alla regalità, trasformerà l’operato della banda: dalle scorribande e dalle razzie di bestiame, attraverso il sovvertimento di situazioni preesistenti nasceranno nuove realtà socio-politiche, istituzioni, culti. Saranno fondate nuove città-stato e creati nuovi popoli.