10 dicembre 2006

Guardiani del mondo antico - Parte seconda

La faccia inferiore della soglia era, dunque, insediata e protetta nello stesso tempo da Fauno, ma è nota anche la presenza di un demone femminile, Tacita Muta, “infernae paludis nympha”, madre dei Lares Compitales, e identificabile quindi con Mania e con Acca Larentia, il cui rituale veniva celebrato a febbraio, durante i Feralia. Secondo la descrizione eziologica di Ovidio la ninfa Tacita, punita da Giove con la perdita della lingua (da cui il nome Tacita Muta) per aver raccontato alla sorella Giuturna dell’amore che Giove nutriva per lei rendendone vano il tentativo di sedurla, fu inviata agli Inferi, violentata durante il viaggio da Mercurio che la accompagnava, avrebbe dato alla luce due gemelli, i Lares Compitales. Filippo Coarelli offre una interessante interpretazione del mito eziologico di Tacita, suppone, infatti, che la presenza di Giove rappresenterebbe la modernizzazione di un attore maschile molto più antico, Fauno Incubus.
L’antagonismo tra Tacita e Fauno, causato dal fallimento dell’approccio amoroso con Giuturna che ha avuto come teatro la zona del Lacus Iuturnae e della Selva Arsia, dunque lo spazio liminale del Velabro, viene rappresentato in un teatro diverso, liminale per eccellenza, la soglia, dove Tacita, residente nella faccia interrata, impedisce continuamente il passaggio a Fauno, che da demone infero, potrebbe violarla non varcandola, ma passando al di sotto.